Oltre alle attività mutualistiche e alla programmazione culturale, Comunet – Officine Corsare porta avanti anche le seguenti campagne politiche:

  1. diritto all’abitare;
  2. lavoro e appalti pubblici;
  3. mobilità in Barriera;
  4. rete nazionale mutualistica;
  5. rete italiana delle imprese recuperate.

DIRITTO ALL’ABITARE

(referenti: Rocco Albanese, Erica Mangione)

In una città come Torino, che è in contrazione demografica e presenta decine di migliaia di alloggi vuoti, ma allo stesso tempo è una delle capitali degli sfratti, il principale fronte di lavoro cui abbiamo pensato è il recupero sociale e collettivo del patrimonio edilizio pubblico e privato in stato di non uso. Preliminare a questa opera di recupero potrebbe essere un censimento partecipato dello sfitto: un’iniziativa, questa, coerente con l’idea che una proprietà assenteista è una proprietà che “abusa” e lede interessi pubblici e collettivi, sia riducendo artificialmente lo stock di abitazioni disponibile nel mercato e per usi sociali, sia creando esternalità negative di vario ordine (della serie: è fuorviante che i proprietari urlino contro le occupazioni, perché le occupazioni nella stragrande maggioranza dei casi esistono dove ci sono vuoti da occupare).

Una volta censito, il patrimonio edilizio in stato di abbandono potrebbe essere interessato da procedure che incentivino variamente il ritorno all’uso del bene. Un esempio di come potrebbe funzionare questa azione con una proprietà privata:

  1. il comune diffida la proprietà chiedendo di giustificare il mancato uso ritenuto giuridicamente rilevante (es. due anni);
  2. il comune contestualmente assegna alla proprietà un termine perché sia presentato un progetto di nuovo uso del bene;
  3. in caso di persistente inerzia, il bene viene usato dalla p.a. nelle proprie politiche di emergenza abitativa (es. viene requisito e usato come collocazione abitativa, con indennizzo alla proprietà commisurato al valore dei canoni concordati o anche a valori inferiori).

Altri fronti di lavoro importanti nell’ambito della campagna sul diritto all’abitare sono:

  • contrasto degli sfratti, in varie forme possibili (dai picchetti alla consulenza legale, sino all’advocacy per far sì che il comune promuova interpretazioni del decreto Salvini il più possibile tutelanti per le situazioni di vulnerabilità);
  • revisione delle fonti legislative nazionali, sia in materia sostanziale (es. abrogazione dell’art. 5 decreto Lupi) sia in materia tributaria (le imposte sugli immobili e sulla rendita fondiaria sono ridicole in Italia);
  • denuncia delle forme di discriminazione nel mercato torinese delle locazioni (es. popolazione straniera, es. impatto della popolazione studentesca e delle locazioni a breve termine).

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LAVORO E APPALTI PUBBLICI LOCALI

(referente: Anita Marafioti)

Comunet-Officine Corsare fa sua la proposta rivolta alle giunte e ai consigli comunali dalla rete nazionale Up su la testa, nell’ambito della campagna per la dignità salariale Sotto dieci è sfruttamento.

Tre sono gli obiettivi di questa proposta:

  1. vincolare il trattamento economico di tutti i lavoratori e le lavoratrici impiegati/e in un pubblico appalto, qualsiasi sia la tipologia di contratto individuale di lavoro, almeno ai minimi retributivi previsti dai contratti collettivi nazionali, sottoscritti dalle organizzazioni dei/lle lavoratori/trici e di parte datoriale comparativamente più rappresentativi a livello nazionale (in base al settore merceologico in cui l’appaltatore opera);
  2. predisporre appalti pubblici socialmente responsabili, che premino le offerte che garantiscono il maggior trattamento retributivo per i lavoratori;
  3. introdurre una soglia minima retributiva su base oraria al di sotto della quale non sia ammissibile per l’appaltatore pagare i/Le lavoratori/trici,  pari a dieci euro lordi l’ora. 

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BARRIERA SI MOBILITA

(referente: Gigi Riso)

La città in cui vorremmo vivere dovrebbe garantire a tutti e a tutte le sue abitanti il diritto a muoversi in maniera accessibile, veloce, economica e sostenibile, dentro e fuori il quartiere in cui abitano. Chi abita in Barriera di Milano e in altre periferie della città oggi non gode di questo diritto. Queste sono le cinque proposte che abbiamo elaborato per un diritto universale alla mobilità sostenibile:

  1. introduzione di nuove piste ciclabili in tutto il territorio cittadino, che agevolino la mobilità interna alle periferie e in direzione del centro città;
  2. installazione di nuove stazioni Tobike in tutte aree le aree della città;
  3. vincolare la presenza sul territorio cittadino delle società private specializzate nella mobilità condivisa all’estensione delle aree di parcheggio dei loro veicoli all’intero territorio cittadino;
  4. Introdurre, per il trasporto pubblico urbano, nuove tariffe agevolate non solo per le categorie già previste (giovani under 26, persone disoccupate, persone con disabilità, over 65 e Junior) ma anche per le persone che, pur lavorando, versano in condizioni di fragilità socio-economica: si potrebbero introdurre nuove tariffe proporzionali alle diverse fasce di reddito socio-economico delle persone, attestate – almeno per lavoratori/trici precari/e e autonomi/e, dal 730 o dal modello UNICUM anziché dall’ISEE.
  5. Agevolare le tariffe dei mezzi pubblici in base alla frequenza con cui li si utilizza, indipendentemente dalla condizione socio-economica delle persone, in base al principio “più ti muovi col pubblico, meno paghi

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RETE NAZIONALE DEL MUTUALISMO

(referente Comunet: Leonard Mazzone)

Nel 2023 avrà luogo la terza edizione del Festival Nazionale del Mutualismo. La manifestazione si svolgerà sotto forma di carovana lungo tutto il territorio nazionale con momento finale a Pinerolo, sede della prima Società Operaia di Mutuo Soccorso d’Italia fondata il 12 ottobre 1848 e del Museo Storico del Mutuo Soccorso. Qui il 12 ottobre 2023 lassemblea plenaria di tutti i partecipanti alla Carovana sarà chiamata ad approvare il Manifesto dei mutualismi, che raccoglierà i risultati del percorso condiviso nei mesi precedenti. La carovana passerà per ogni città in cui saranno attive le organizzazioni che aderiranno alla rete e funzionerà “a staffetta”. In questo modo ogni tappa della carovana erediterà le elaborazioni e le proposte di quella precedente e avrà con l’onere e l’onore di raccogliere eventuali nuove proposte emerse a seguito della discussione del costituendo Manifesto. Alla carovana e alla rete possono aderire tutte le esperienze attuali che si rifanno al mutualismo: dalle società operare di mutuo soccorso alle associazioni di promozione sociale e culturale, passando attraverso cooperative, associazioni di volontariato, imprese sociali, sindacati, comitati informali e centri sociali.

L’iniziativa mira a costruire una rete nazionale fra diverse realtà mutualistiche con i seguenti obiettivi:

  1. permettere lo scambio, anche intergenerazionale, e la contaminazione di conoscenze, competenze e pratiche già esistenti sui territori in cui sono radicati i nodi della rete;
  2. progettazione condivisa di nuove pratiche, che consenta anche di partecipare a bandi attraverso cui drenare nuove risorse a sostegno dei nodi della rete;
  3. sviluppare campagne e rivendicazioni comuni a livello nazionale attraverso la mobilitazione dei nodi territoriali per aumentare la capacità di incidere politicamente in vista di obiettivi emancipativi;
  4. attrarre nuove energie e intelligenze all’interno della rete e dei nodi territoriali, facendo conoscere l’attualità della storia e le potenzialità politiche del mutualismo;

RETE ITALIANA DELLE IMPRESE RECUPERATE

(referenti per Torino: Diego Acampora, Matteo Amatori, Leonard Mazzone, Aldo Viapiana)

Il progetto delle RIIR mira a:

  1. mappare sull’apposito sito (www.impreserecuperate.it) le imprese recuperate in forma cooperativistica dai loro ex dipendenti per evitare il fallimento o la delocalizzazione dell’attività produttiva;
  2. indagare, raccontare e valorizzare le lotte, le mobilitazioni, le forme di auto-organizzazione e di auto-gestione operaia che hanno preceduto e scandito il recupero cooperativistico;
  3. tessere rapporti di cooperazione economica e politica fra le imprese recuperate già esistenti;
  4. innescare nuovi processi di recupero cooperativistico facendo incontrare i lavoratori e le lavoratrici delle aziende in crisi con i soci e le socie delle cooperative che hanno mantenuto i livelli occupazionali;
  5. condividere con i lavoratori e le lavoratrici delle imprese recuperate e delle aziende in crisi le competenze professionali e i contatti istituzionali con gli attori sociali (le centrali cooperative), finanziari e istituzionali accumulati dai/lle ricercatori/trici e degli attivisti/e del Collettivo di ricerca sociale;