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Documento del CANTIERE ABC (Cantiere Aurora Barriera) sulle Narcodipendenze

Cantiere ABC

Elaborato dai/lle partecipanti e aderenti, con il supporto di alcuni/e esperti/e, per l’incontro nazionale della rete Elide – gennaio 2025

IL CANTIERE

ABC Cantiere Barriera-Aurora è un gruppo di cittadin* ed enti attivi nelle circoscrizioni 6 e 7 nato dalla volontà di fare rete e mettere in comune esperienze e competenze per affrontare le sfide che i nostri quartieri stanno vivendo.

I quartieri Aurora e Barriera soffrono di vari problemi: povertà economica, relazionale ed educativa, carenza abitativa, diffusione delle tossicodipendenze, deterioramento della sicurezza, scarsa cura degli spazi pubblici. Quartieri densi, con una ricchezza e un grande potenziale, fatto dal fitto tessuto di associazioni, organizzazioni e gruppi formali e informali attivi sul territorio sia sul piano culturale sia su quello della solidarietà sociale.

La rete ABC Cantiere Barriera-Aurora nasce per riflettere e agire insieme per cercare soluzioni a breve, medio e lungo termine attraverso il dialogo inclusivo, l’azione e la collaborazione tra società civile e pubblica amministrazione.

All’interno del Cantiere sono nati diversi tavoli tematici, e nello specifico il tema del consumo di sostanze, che sin dai suoi albori ha aggregato le realtà aderenti al Cantiere, ha portato alla nascita del tavolo “Droghe: no all’indifferenza!”, riprendendo uno slogan dello storico comitato di quartiere di Barriera di Milano degli anni ‘80.

Sin da subito è stata centrale nell’azione del Cantiere la volontà di approfondire questo tema, andando oltre un approccio securitario e clinico-assistenziale (in Barriera e Aurora sono attivi i presidi dell’esercito “Strade Sicure”). A seguito dell’invito della rete Elide, rivolto al portare il punto di vista degli/lle abitanti, si è deciso di costruire un documento plurale che trascenda lo sguardo dei/lle singoli/e partecipanti al cantiere, che siano essi/e cittadini/e o associazioni, e provi a elaborare una visione collettiva e condivisa costruita da chi ogni giorno abita e anima i nostri quartieri.

Il documento, oltre che presentato alla Rete Elide, verrà inviato alla Città di Torino con cui in comitato si confronta sin dall’inizio e alle altre istituzioni preposte (Regione Piemonte, ASL), sperando di fornire loro uno stimolo utile.

IL DOCUMENTO

Il documento è stato elaborato attraverso l’organizzazione di due momenti aperti e assembleari “speciali” del Cantiere, tra il mese di dicembre 2024 e il mese di gennaio 2025.

Il primo incontro ha visto la partecipazione del Drop In del Gruppo Abele, mentre il secondo si è confrontato con l’esperienza del Forum Droghe.

Grazie al confronto, dal tavolo sono emersi alcuni elementi che sono stati elaborati dall’assemblea, e che diventano parte integrante del nostro documento.

1.SVILUPPARE APPROCCI INTEGRATI

Le città sono spesso i luoghi dove esplodono fenomeni di consumo. Gli interventi devono essere svolti in sinergia tra i diversi attori, che siano essi enti locali, istituzioni, forze dell’ordine, enti di terzo settore, cittadinanza (al cui interno ci sono anche consumatori/trici). Ne è un buon esempio il “Tavolo Cittadino sui Consumi Psicoattivi, Prevenzione, Riduzione del Danno e Dipendenze” istituito dalla Città di Torino, convocato congiuntamente dall’Assessorato alle Politiche Sociali e dall’Assessorato alla Sicurezza, e aperto a Enti del Terzo Settore della Città e altri attori del territorio.

Una cooperazione tra cittadinanza e amministrazione potrebbe inoltre essere veicolato attraverso due semplici strumenti che l’amministrazione potrebbe attivare con facilità, diminuendo il senso di abbandono e sperimentando forme di intervento integrato, adeguate alla complessità del fenomeno:

  • Il “Vigile di Quartiere” – assegnazione di un* agente della Polizia Municipale, debitamente formato sulle diverse tematiche dirompenti sul territorio (problematiche sociali, povertà, consumi etc) come figura di tessitura di reti e relazioni con il territorio e la cittadinanza, per riallacciare i fili di fiducia, confronto e collaborazione fra abitanti e istituzioni;
  • Linea di pronto intervento, gestita dalla Polizia di Prossimità, che permetta ai cittadini di segnalare problematiche e avere indicazioni e supporto.

2.INVESTIRE SULL’EDUCATIVA DI STRADA

La presenza in strada di operatori/trici è una risorsa fondamentale per tutto il quartiere, grazie alla funzione di mediazione e negoziazione, tipica dell’educativa di strada. Lavorare in strada dà importanza alle relazioni e permette di implementare il paradigma della riduzione del danno che aiuta maggiormente ad agganciare le persone e avviare percorsi di presa in carico più strutturati Nel contesto di Barriera di Milano, dove lo spaccio e il consumo di crack hanno visto una forte crescita in questi anni, il lavoro di bassa-soglia – unito a prevenzione, mediazione e informazione – deve essere oggetto di un importante investimento, che è mancato in questi anni.

3.AUMENTO DELLE RISORSE PER I SerD

Ad oggi le ricerche danno come esponenzialmente aumentato il consumo di sostanze in particolare tra i/le giovani, con un’età media di 25 anni. A Torino i SerD hanno una attesa di minimo 7 mesi per percorsi di presa in carico, a causa della scarsezza di risorse dedicate. Inoltre è previsto per il 2025, l’accorpamento dei settori di psichiatria-dipendenze,
e secondo il Cantiere questo non può che portare a un aggravarsi delle difficoltà. Al contrario, aumentare le risorse è necessario poiché i servizi pubblici, che devono continuare a rimanere tali, necessitano di un aggiornamento e di un cambio di approccio, capace di rispondere adeguatamente ai bisogni sociali contemporanei sempre più complessi.

4.COLLABORAZIONE CON LA CITTADINANZA

La collaborazione e il dialogo con la cittadinanza sono importanti per incrementare l’efficacia degli interventi: si tratta di un lavoro di mediazione di comunità importantissimo, i cui risultati non sono immediati e contrastano con l’illusione di soluzioni facili e tempestive. Un approccio securitario non è il più efficace per la gestione del fenomeno, ma discostarsi da questo tocca un nervo scoperto dell’attuale discorso politico nazionale. La narrazione di Barriera è spesso in negativo, ma non rappresenta la vera anima del quartiere e la nostra esistenza come cantiere ABC dimostra come l’attenzione e l’ascolto della cittadinanza attiva siano una strada percorribile. Servono tempo, “creatività” e “sguardo critico” per raggiungere percorsi alternativi e innovativi.

Questo percorso deve riguardare tutti/e coloro che vivono in quartieri, anche i commercianti, in quanto realtà territoriali, vanno coinvolti in azioni di cittadinanza attiva. I commercianti sono il presidio quotidiano del fronte strada, vivono ogni giorno ciò che si svolge sullo spazio pubblico e possono diventare degli agenti di supporto in azioni che migliorino convivenza e qualità della vita e dello spazio pubblico.

Esistono oggi molti elementi che creano “disagio” nel quartiere, come il consumo all’interno della cosiddetta “scena aperta” o il vivere quotidiano di molte persone consumatrici in strada, in un contesto inadeguato ai loro bisogni, dove esigenze primarie (ad esempio la defecazione) diventano elemento di contrasto con gli/le altri/e abitanti.

A partire da questo è importante investire e ragionare su elementi di arredo urbano che rendano meno difficile questa convivenza e soprattutto aiutino a restituire dignità alle persone che vivono in strada, come ad esempio la necessità urgente di reinserire i vespasiani sui nostri territori ad oggi inesistenti.

Spesso viene richiesto ai negozianti di utilizzare i servizi e questo li espone comunque all’insicurezza, aumentando senso di impotenza e frustrazione. Anche i commercianti, in quanto realtà territoriali, vanno coinvolti in azioni di cittadinanza attiva. I commercianti sono il presidio quotidiano del fronte strada, vivono ogni giorno ciò che si svolge sullo spazio pubblico e possono diventare degli agenti di supporto in azioni che migliorino convivenza e qualità della vita e dello spazio pubblico.

L’arredo urbano può dunque risultare tutelante per i consumatori, facilitando un avvicinamento ai servizi, ma in generale per tutta la comunità come concreto intervento di “decoro urbano”.

5.CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

Non si parla più del traffico di droga nella sua dimensione macro, ma solo del micro-spaccio: riteniamo sia importante chiedere alla politica di guardare alle mafie e alle organizzazioni criminali che lo gestiscono. Sono questioni che vanno riprese e approfondite a partire dall’aumento di risorse per le forze dell’ordine, che non vadano verso la direzione di aumento della presenza nelle strade dei nostri quartieri, ma servano invece a poter strutturare indagini serie, che sappiamo essere oggi molto complicate. A tal proposito va citata l’esperienza della Rete Europea di Forze di Polizia che ha preso posizione proprio su questo e sulla frustrazione che vivono. Bisogna riprendere le azioni di contrasto allo spaccio e non solo al consumo, con la consapevolezza che la droga rimane un problema sociale prima che un crimine.

6.FAMIGLIE E RETI SOCIALI

Costruire delle reti di supporto alle famiglie di origine e di scelta è per il Cantiere un tema importantissimo. I e le familiari dei/lle consumatori/trici si trovano a dover mediare quotidianamente con il problema che vivono in casa, poiché non dobbiamo dimenticare che il consumo di strada è marginale, e che i dati raccontano di come il 70% dei consumatori lo fa tra le mura domestiche. Spesso il consumo ha conseguenze su tutta la rete familiare e le sue dinamiche, portando talvolta a creare alleanze negative.

Crediamo sia necessario attivare un servizio per supportare chi è vicino alla persona consumatrice in questo percorso, attualmente assente da parte delle istituzioni, che garantisca sostegno emotivo e aiuti concreti da parte di professionisti/e e associazioni competenti sul tema.

Alcune famiglie creano una sorta di negativa “alleanza”, che, per non disattendere le richieste dei/lle familiari, acconsente a ogni esigenza, perché nell’oscuro disagio del consumo spesso ci si ritrovano anche i genitori, i figli, i compagni. È quindi fondamentale che venga assicurato un percorso di accompagnamento e di sostegno emotivo e di aiuto concreto per le famiglie, agevolando l’accompagnamento di persone, enti e associazioni che conoscano il problema e possano garantire loro supporto.

7.NO ALL’INDIFFERENZA

All’interno del Cantiere è presente un sottogruppo di lavoro legato ai temi del consumo che ha deciso di chiamarsi “No all’indifferenza”, ricalcando i movimenti civici attivi negli anni ‘80 e ‘90 a Torino. L’idea è nata non solo per recuperare una memoria oggi più utile che mai ma anche per sottolineare come l’indifferenza al tema della droga sia trattato e dibattuto male.

Oggi i giornali e i media trattano troppo spesso il tema della droga come declinabile alla dimensione di problema territoriale, o di povertà, di disagio e di criminalità.

In silenzio, la droga continua a mietere vittime tra il disinteresse e l’impotenza di tutti/e.

Crediamo che promuovere un dibattito pubblico e un momento di riflessione possa rompere il silenzio e accendere i riflettori su una realtà che interessa molti più giovani di quel che non si creda, principali vittime del consumo, la cui drammatica realtà è poco o per nulla avvertita nella nostra società.

Bisogna ri-attivarsi, informare e ricordarsi di come il passato dell’eroina ci abbia insegnato che la droga può colpire tutte le fasce della popolazione. Le “novità” sono inquietanti, l’abuso di sostanze psicoattive (in particolare gli psicofarmaci) nelle nuove generazioni deve interessare e scuotere un’intera società, e non solo chi vive direttamente questi fenomeni.

Crediamo sia necessario investire in progetti di sensibilizzazione, prevenzione e formazione delle scuole.

8.STANZE DEL CONSUMO

Vengono impropriamente chiamate “stanze del buco”, sono in realtà dei luoghi protetti dove i/le consumatori/trici possono fare uso di sostanze illegali sotto supervisione medica in ambienti dignitosi e sterili, in modo da scongiurare esiti drammatici. In Europa ce ne sono una novantina (l’ultima è stata aperta alla fine del 2024 a Glasgow) distribuite in dieci Paesi; ma anche in Canada, Australia e Stati Uniti continuano a sorgerne di nuove.

In questi luoghi ci si prende cura dei/lle consumatori/trici, affrontando il problema dal punto di vista sanitario e sociale, senza porre l’accento sull’illegalità o sul giudizio. È un luogo che crediamo indispensabile nei contesti odierni, ponendo inoltre l’accento su una gestione che cerca di comprendere (e non giustificare o recriminare) il problema della tossicodipendenza.

Inoltre, le stanze del consumo, inserite nel contesto urbano, mettono in evidenza come si possa convivere con il fenomeno sociale delle dipendenze, senza dover relegare ai margini della solitudine e dell’ipocrisia. Non aumentano il rischio di reclutamento nel mondo della droga, né incentivano i consumi di chi già usa le droghe; diminuiscono il tasso di mortalità e migliorano, seppur di poco, lo stato di salute dei/lle consumatori/trici.

All’interno dei nostri quartieri, dove vedere consumare è ormai quotidianità, porterebbe un impatto positivo anche sui problemi di ordine pubblico, perché diminuirebbe il consumo nei luoghi pubblici.

CONCLUSIONI

Le nostre riflessioni vogliono diventare istanze da riportare alle diverse autorità e istituzioni, perché crediamo che possano trovare il coraggio necessario per cambiare paradigma alleandosi con la cittadinanza e ascoltando le diverse esperienze europee e i dati che ci dicono che questa strada premia.