City Angels help homeless in Turin, Italy – By Mariamariana19141915 – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32795993

Torino sta rapidamente e drammaticamente diventando la capitale della guerra alle persone più povere e marginali.

Sono di oggi le notizie più recenti, che se non fossero vere avrebbero dell’assurdo. Nelle ultime ore il centro cittadino è diventato teatro di una spregevole operazione a mano armata contro le persone senza dimora. Polizia municipale e forze dell’ordine stanno fisicamente allontanando chiunque, non avendo una casa, “ingombri” il centro. I pochi beni appartenenti a queste persone vengono espropriati con la forza e gettati tra i rifiuti: incluse le coperte, che a Torino d’inverno possono voler dire vita o morte.

Come se non bastasse, l’accanimento verso i senza dimora arriva all’odioso gesto della sottrazione dei cani. Una scelta punitiva e assurda, ma difesa a spada tratta dalla Sindaca. Chiara Appendino non trova di meglio da fare che evocare imprecisati “racket e veri e propri traffici”, dovuti al fatto che gli animali di compagnia sarebbero sfruttati per raggranellare più elemosine.

Assistiamo, insomma, a una vergogna che ci riporta alle pene contro “mendicanti” e “accattoni” dell’Ottocento e alle normative del Ventennio fascista. Il fatto più grave, però, è che la vergogna di queste ultime ore non è un caso isolato.

Una settimana fa, il Comandante della polizia municipale Bezzon aveva lanciato una vera e propria crociata contro le persone senza dimora, invitando la cittadinanza a rifiutare l’elemosina per costringere gli homeless – gente che, secondo Bezzon, “usa il centro come un bancomat” – ad accettare le offerte di riparo nei dormitori e, più in generale, a sforzarsi per cambiare vita. Dichiarazioni, queste, che evidenziano sia una tristissima mancanza di empatia, sia, soprattutto, una disarmante ignoranza delle condizioni di vita delle persone più povere e marginali a Torino. E che, tanto per non farci mancare niente, sono state avallate tre giorni fa dalla Sindaca.

E nemmeno si può dimenticare lo sgombero dello scorso 19 gennaio, quando quasi sessanta persone sono state svegliate all’alba da un ingente schieramento di forze dell’ordine e cacciate dagli spazi che occupavano in corso Giulio Cesare 45. Il destino di queste persone è di essere “ricollocate” presso non precisati housing sociali, soluzioni abitative che per lo più si rivelano ancor più precarie e temporanee delle occupazioni. E i rappresentanti politici – primo fra tutti il presidente della circoscrizione 7 Luca Deri, esponente di rango di quel PD che oggi critica in modo ipocrita e strumentale la Giunta – ad applaudire in coro un’azione di forza inutile e spropositata.

Tutto questo succede nel 2021 a Torino. Una città che si avvicina alle elezioni amministrative con dibattiti spesso stucchevoli, mentre vede crescere in modo costante la forbice delle disuguaglianze. Una città che reprime i diritti di accesso allo spazio pubblico e nega i fondamentali bisogni abitativi della gente. Una città in cui si eseguono sgomberi mentre si stimano circa sessantamila alloggi vuoti sul territorio comunale.

In questa Torino, noi non ci riconosciamo. Per questo abbiamo scelto di rimboccarci le maniche. Per costruire azioni e legami di mutualismo e di solidarietà attiva. Per lottare insieme a chiunque vorrà per l’obiettivo di ri-abitare questa città in maniera degna e giusta.