E non c’è nulla da spiegare: l’educazione mutuale di un maestro ignorante
11 Marzo 2021 19:00/20:00
Il ciclo “Messages in a bottle” prosegue con l’incontro “E non c’è nulla da spiegare: l’educazione mutuale di un maestro ignorante“.
- Con Leonard Mazzone, letture di Beatrice Del Bo e Alessandro Rizzi
- Diretta su Facebook e su YouTube
- Evento Facebook (link a breve)
L’educazione mutuale di un maestro ignorante
Quella di Jospeh Jacotot è l’avventura intellettuale di un esule rivoluzionario che, per puro caso, nei primi anni dell’Ottocento fece la più singolare e proficua delle scoperte: se le bacchettate paternalistiche di certi insegnanti tradizionali feriscono, le spiegazioni illuminanti di chi insegna possono offendere anziché emancipare chi ha tutto da imparare.
È questa una delle principali e provocatorie lezioni dei maestri ignoranti, che insegnano di non avere nulla da insegnare perché riconoscono l’uguaglianza delle intelligenze coinvolte in ogni relazione pedagogica. E se chi oggi si ispira alle pratiche mutualistiche di due secoli fa non avesse che da imparare anche questa lezione?
Testo di riferimento:
- Rancière, Il maestro ignorante, Mimesis.
Messages in a bottle
Naufraghi, scalatori, ribelli. Da Robinson Crusoe alla riscoperta novecentesca di personaggi tragici come Antigone e Spartaco, queste figure hanno raccontato rischi e potenzialità della condizione di reciproco isolamento in cui siamo stati improvvisamente catapultati dalla pandemia.
Certo, le differenze sono di gran lunga superiori alle analogie: le mura di una casa (per chi ha la fortuna di avere un tetto sopra la testa) hanno ben poco a che vedere con luoghi spesso inospitali come il mare aperto, l’alta montagna o un’intera piazza che vuole vedere scorrere il sangue di chi ha trovato il coraggio di dire di no.
Eppure, è a partire da situazioni estreme di isolamento come queste che la grande letteratura ha saputo raccontare limiti e sfide della condizione moderna e articolare diverse concezioni della libertà: siano esse ricercate o indesiderate, le isole in cui possiamo approdare nel corso della nostra vita individuale e collettiva possono diventare un’occasione per nuove elaborazioni condivise e riflessioni inaspettate.
Le figure scelte per questa prima edizione del ciclo “Messages in a bottle” ci consentiranno non soltanto di riflettere sulle promesse di liberazione individuale che scandiscono la storia del capitalismo fin dai suoi esordi, come nel caso di Robinson, ma anche e soprattutto su quelle forme di emancipazione comune capaci di nuovi legami di solidarietà, dentro e oltre la pandemia.
In attesa di rivivere incontri come questi in presenza, il miniciclo ci darà nuovamente l’occasione per catapultarci in una dimensione altra da quella solipsistica a cui rischiamo di abituarci.
Perché? Perché siamo convinti che, per emancipare, il mutualismo politico non possa fare a meno di un lavoro culturale continuo, soprattutto in una fase come questa, in cui diventa urgente pensare e sperimentare nuovi modi di fare cultura insieme, anche se a distanza.
Photo Credits
Immagine di copertina di Alessandro Serra